Insegnare a leggere i testi letterari è una pratica comune e consolidata: tutti i docenti, sia della scuola dell’obbligo sia della Scuola superiore, a livelli diversi di complessità, prevedono degli specifici itinerari didattici per guidare gli allievi a intendere, interpretare, valutare opere di narrativa, poesie, testi teatrali. Al contrario, non tutti considerano altrettanto importante nell’insegnamento dell’Italiano la lettura dei testi della comunicazione pratica, chiamati comunemente testi pragmatici o anche”testi d’uso”. Si tratta di tutti i testi che, appunto, sono prodotti per scopi pratici, cioè per soddisfare dei bisogni quotidiani: i saggi di psicologia, di scienze e di storia, gli articoli giornalistici, le recensioni, le arringhe, le leggi, i regolamenti, le lettere, i diari ecc. Perché gli insegnanti dovrebbero dedicare tempo e lavoro a letture di questo tipo? Le motivazioni non mancano. Innanzitutto molti di questi testi non sono di facile lettura e, se la scuola ha anche il compito di preparare gli allievi a partecipare consapevolmente al dibattito sociale e culturale, essa non può delegare alla famiglia, alle attività extrascolastiche o all’esperienza personale degli studenti il compito di insegnare a leggere, cioè a capire e valutare, i testi che trattano di tali temi. È a scuola, infatti, che i ragazzi devono imparare a confrontarsi anche con questa tipologia testuale. Molti insegnanti, sensibili all’aspetto “educativo” del loro intervento didattico e convinti della necessità di legare la scuola al mondo, prevedono tra le loro attività la lettura di testi non letterari, che presentano i problemi centrali del nostro tempo. Tuttavia, l’analisi si restringe molto spesso ai soli valori contenutistici e l’utilizzo del testo è limitato a sensibilizzare gli allievi e ad accrescere le loro conoscenze. Una lettura di questo tipo, dunque, non tiene affatto conto del modo in cui le informazioni e le idee sono espresse. Un testo non letterario, insomma, per tradizione si legge in classe (quando si legge) in modo del tutto diverso da un testo letterario; nel primo caso tutto l’interesse si rivolge al contenuto, nel secondo caso invece è massima l’attenzione alla forma in cui l’autore ha scelto di esprimere il messaggio. Ma proprio un lavoro sulla struttura e sulle caratteristiche linguistiche dei testi non letterari può costituire una solida base per insegnare a scrivere. E questo aspetto è un secondo e decisivo motivo per prevedere, nell’insegnamento dell’Italiano, anche la lettura dei testi della comunicazione pratica.
Quali testi scegliere? In che modo proporli come modelli?
Nella vita extrascolastica non si richiede certo a tutti di saper scrivere poesie o testi teatrali, ma è invece necessario che ognuno sappia esprimere con chiarezza il proprio punto di vista su un determinato problema, interpretare e valutare un fatto (un film o un libro), narrare con ordine un’esperienza o un episodio, descrivere con precisione un luogo, una persona, un oggetto. Per questo è utilissimo leggere con la classe un testo argomentativo ben costruito (o una narrazione, o una descrizione) e, attraverso la lettura, mostrare come è strutturata un’argomentazione convincente (o una narrazione completa e chiara o una descrizione adeguata allo scopo che l’emittente si propone). In questo modo, infatti, si presentano agli allievi dei”modelli testuali” che essi potranno”copiare” in fase di produzione.Se lo scopo è quello di guidare gli allievi a capire e a produrre tutti i tipi di testo, nessun ambito della comunicazione pratica dovrà essere tralasciato. I testi saranno organizzati in una tipologia, che potrà comprendere:
– testi descrittivi (che descrivono luoghi, cose, persone in modo soggettivo e oggettivo, redatti con scopi diversi e che si avvalgono di tecniche descrittive diverse);
– testi informativo-espositivi (che, pur costruiti secondo percorsi logici diversi, hanno in comune lo scopo di accrescere o di modificare le conoscenze del destinatario su un determinato argomento);
– testi narrativi (che raccontano, per scopi pratici, la”storia” di persone o cose);
– testi espressivo-emotivi (scarsamente codificati, come le lettere personali e i diari, in cui l’autore esprime spontaneamente i suoi sentimenti e le sue emozioni);
– testi valutativo-interpretativi (in cui l’autore spiega, interpreta e giudica una situazione, un avvenimento, un’opera d’arte);
– testi regolativi o prescrittivi (che prescrivono determinati comportamenti, che indicano divieti o obblighi); – testi argomentativi (in cui l’autore presenta e sostiene con prove convincenti la sua opinione su un determinato problema);
– testi persuasivi (che, in vario modo, cercano di convincere il destinatario a pensare o a fare una determinata cosa).
Una tipologia come questa è costruita badando alla fruibilità didattica: non ricalca puntualmente, perciò, le tradizionali partizioni codificate dai più recenti studi sull’argomento (descrizione, narrazione, esposizione, argomentazione, prescrizione), ma prevede anche un percorso specifico dedicato ai testi persuasivi e la presentazione dei testi emotivo-espressivi. La progressione didattica che si propone nella presentazione dei tipi testuali tiene conto della difficoltà di lettura dei vari testi e presenta per primi, com’è ovvio, quelli più”facili”.
Un esempio: il testo argomentativo
Nel lavoro di analisi e produzione dei testi della comunicazione pratica, un posto privilegiato dovrà essere accordato all’argomentazione, la forma testuale in cui, negli ambiti più diversi, l’emittente espone, sostiene o difende la sua opinione mediante un ragionamento, presentando cioè gli argomenti a favore e confutando le opinioni contrarie. Saper argomentare, infatti, è un’abilità centrale nella vita sociale, in qualsiasi contesto e a qualsiasi livello. Un percorso didattico sull’argomentazione, ad esempio, potrebbe prevedere i seguenti momenti.
In primo luogo l’insegnante darà una definizione di”testo argomentativo”, illustrando alla classe quanto sia importante saper argomentare e quanto, d’altra parte, sostenere la propria opinione con argomenti convincenti sia spesso difficile, e perciò sia necessario imparare a farlo. Attraverso esempi molto semplici si illustreranno poi le caratteristiche strutturali, linguistiche, retoriche comuni a tutti i testi argomentativi. A questo scopo sarà necessario scegliere testi brevissimi che rappresentino in modo perspicuo la struttura tipica del testo argomentativo (che presentino con chiarezza il problema dibattuto, la tesi sostenuta dall’autore, gli argomenti a favore della tesi, la confutazione degli argomenti dell’antitesi, la conclusione) e le sue varianti più comuni (omissione o occultamento della tesi, assenza della parte confutatoria, inserimento di sequenze descrittive, narrative o informative ecc.). Un’attenzione particolare sarà dedicata ai vari tipi di”prove”, chiamate”argomenti”, di cui si deve servire chi vuole sostenere la sua opinione in modo convincente (informare il destinatario che la nostra opinione è condivisa da un”esperto in materia”, oppure evidenziare il fatto che scegliere il nostro punto di vista porta a dei risultati concreti positivi, sono, ad esempio, due”tecniche argomentative” molto usate per convincere i destinatari a condividere la nostra tesi). Con altrettanta cura si presenteranno alla classe le caratteristiche linguistiche che differenziano l’argomentazione dagli altri tipi testuali (ad esempio, l’uso massiccio dei connettivi, l’impiego di un lessico valutativamente orientato) e gli espedienti retorici più comunemente impiegati.
Dalla lettura alla scrittura
Dopo aver analizzato le caratteristiche di questo tipo testuale, l’insegnante leggerà con la classe esempi significativi, tratti dagli ambiti più diversi (articoli giornalistici d’opinione, arringhe, sermoni, discorsi politici, ecc.), nei quali si realizza concretamente il”modello” argomentativo: testi non solo interessanti e educativi dal punto di vista contenutistico, ma anche ben costruiti dal punto di vista formale. Così, ad esempio, un testo argomentativo in cui l’autore sostiene l’utilità degli studi umanistici nel mondo moderno non verrà utilizzato solo per far riflettere la classe su questo argomento, ma sarà un”modello” che, studiato nei suoi aspetti diversi (strutturale, lessicale, retorico, ecc.) potrà essere”copiato” dagli allievi per scrivere qualsiasi altro testo argomentativo. Una lettura di questo tipo partirà, ovviamente, da una prima fase in cui si curerà la comprensione delle parole e dei riferimenti meno chiari. Il momento dell’analisi del testo sarà fatto seguire da opportuni esercizi di scrittura, nei quali gli allievi applicheranno le”tecniche” compositive che hanno osservato e analizzato nella concretezza dei testi”modello”. Così gli allievi impareranno, attraverso la lettura, non solo a conoscere come sono fatti tutti i tipi di testo, ma anche a produrne di simili.
Ma, a una più attenta analisi, la lettura dei testi d’uso si rivela una pratica che riversa i suoi frutti positivi anche sulle attività legate all’educazione letteraria. Anche i testi letterari, infatti, comprendono sequenze descrittive, argomentative, interpretative ecc. e gli allievi, se sono stati guidati a comprenderle e a valutarle nei testi d’uso, trarranno vantaggio da questa loro”abilità testuale” per comprendere più a fondo anche il brano di un romanzo o di una poesia, e saranno in grado di valutare in che misura e con quali”scarti” rispetto al modello-tipo l’autore si è servito delle caratteristiche tipiche della descrizione, dell’argomentazione, dell’interpretazione per creare un’opera unica, dotata di valore artistico.
Così, nelle Medie inferiori e soprattutto nel Biennio, la lettura dei testi letterari e la lettura dei testi della comunicazione pratica devono essere considerate due aspetti complementari ed entrambi necessari nell’insegnamento dell’Italiano che, oggi, non si può limitare a formulare i metodi e gli strumenti per accostarsi al patrimonio letterario, ma deve potenziare, attraverso la lettura dei testi d’uso, le capacità e le conoscenze degli allievi, in modo che essi siano in grado di affrontare direttamente tutti gli aspetti della realtà e di partecipare costruttivamente, educati a una comunicazione consapevole, al dibattito sociale.