Le case ad appartamenti hanno un clima generalmente poco salubre: sono calde e umide d’estate, troppo riscaldate e secche d’inverno.
Questa insalubrità termica può essere limitata da queste precauzioni:
– badando, nello scegliere la casa, che le superfici vetrate siano limitate.
Le moderne case « tuttovetro » sono delle vere mostruosità termiche perché riflettono all’interno, peggiorate, le condizioni climatiche esterne e rendono molto costoso il riscaldamento e il raffreddamento degli ambienti;
– adottando vetri doppi, che riducono il costo del riscaldamento invernale, impediscono in inverno la condensazione di umidità sulla superficie interna del vetro e sono una eccellente barriera contro il rumore esterno;
-installando tende veneziane interne per riflettere verso l’esterno una notevole parte della radiazione solare durante l’estate;
– badando che i muri e il sottotetto siano sufficientemente spessi o coibenti, per impedire l’entrata del calore d’estate e la sua dispersione d’inverno;
– curando la tenuta dei serramenti e sigillando le fessure.
Se nonostante queste cautele d’estate è necessario avere aria fresca in casa, si può installare un condizionatore, tenendo conto però del fatto che, per essere salutare, la temperatura dell’ambiente interno non dovrebbe essere inferiore a quella esterna più di 6° c.
Un’altra importante funzione che può avere il condizionatore d’aria è quella di purificare l’aria.
Ogni condizionatore ha infatti una presa d’aria esterna, attraverso la quale una certa quantità d’aria viene immessa nell’ambiente interno.
I filtri di cui sono dotati i condizionatori, sono però quasi del tutto inutili contro la maggior parte degli inquinanti atmosferici, la cui granulosità è estremamente varia.
Ad alcuni tipi di condizionatori (informarsi prima dell’acquisto) è possibile applicare filtri ad elevato rendimento (fino al 90-95 per cento della polvere atmosferica).
Inoltre, prima di acquistare un condizionatore bisogna informarsi su
– la possibilità di regolare a piacimento la temperatura
– la sua capacità di deumidificare l’aria (soprattutto importante d’estate per evitare il senso di afa che è dato dall’ umidità e non dal calore);
– il tipo di distribuzione e circolazione d’aria (per evitare che si creino nella casa correnti fastidiose);
– la rumorosità reale durante il funzionamento;
– il costo di esercizio e il costo di manutenzione;
– la possibilità di usarlo anche d’inverno per umidificare gli ambienti e introdurre una certa quantità d’aria esterna filtrata evitando così le aperture di finestre con afflusso di aria inquinata. È Implicito che i filtri vanno cambiati con una certa frequenza per garantire una buona tenuta.
Le soluzioni più comuni:
– condizionatore da finestra: è il tipo più comune perchè più economico.
È Piuttosto rumoroso, con una limitata possibilità di filtraggio. Può essere anche fissato a un muro, su cui è praticata un’apertura che verrà protetta, dalla parte esterna, da una griglia d’acciaio;
Regola la temperatura di un solo ambiente; per usarlo dappertutto, bisogna predisporre su tutte le finestre le apposite aperture, chiuse da cerchi di plastica quando si stacca il condizionatore.
– split: consiste in una unità refrigerante installata in un ambiente e in una unità moto-condensante da collocare all’esterno. La distribuzione d’aria che consente è molto più soddisfacente di quella del condizionatore da finestra e può essere dotato di una batteria di riscaldamento elettrica per riscaldare moderatamente il locale nelle stagioni intermedie, prima che entri in funzione il riscaldamento centralizzato.
L’installazione di questo condizionatore è vincolata alle possibilità di collocare il rumoroso gruppo moto-condensatore in una posizione (giardino o interrato) tale da non disturbare nessuno;
– mentre i due condizionatori di cui si è parlato usano aria atmosferica per raffreddare, esistono condizionatori muniti di condensatori ad acqua. Sono silenziosi e offrono buone prestazioni.
Occorre però abitare in una zona dove non scarseggia l’acqua; l’installazione deve avvenire durante la costruzione dell’appartamento, per evitare poi di spaccare pavimenti o muri per la collocazione delle tubazioni. Il costo d’acquisto è molto elevato.
Solo il 10 per cento dei condizionatori in commercio sono ad acqua, circa il 30 per cento sono provvisti di dispositivi per il leggero riscaldamento dell’ambiente, il rimanente 60 per cento sono semplici condizionatori da finestra.
I copritermosifoni hanno la funzione di filtrare l’aria calda che i termosifoni emanano e di passarla depurata da polveri nocive.
Costruiti razionalmente su misura, in metallo o in legno, questi mobiletti, oltre ad evitare l’annerimento delle pareti, servono a mimetizzare gli antiestetici elementi.
Oggi tutte le case nuove sono dotate di sistemi di riscaldammo centrale di tipo diverso, a caloriferi, a pannelli, e magari con aria condizionata per tutti gli appartamenti ecc.
Ci sono però ancora molte case vecchie in cui non esiste un sistema di riscaldamento centrale e ognuno provvede come meglio crede o può.
L’ideale è di provvedersi di un impianto a termosifoni autonomo, collegato a una piccola caldaia non più grande di una stufa e funzionante in genere a gasolio, cherosene oppure a gas metano.
Il costo di installazione di questo impianto è piuttosto consistente anche se non si incassano nel muro né tubi né altro: ha però il vantaggio di poter essere gestito liberamente, acceso e spento in relazione alla temperatura e alle proprie esigenze.
È anche molto facile da regolare e il costo stagionale di funzionamento equivale grosso modo a quello dell’analogo sistema (gasolio, carbone ecc.) di riscaldamento centralizzato.
Esiste poi, ovviamente, la possibilità di collocare semplicemente delle stufe nei punti strategici della casa, cercando di evitare d’avere stanze caldissime e corridoi freddi.
Queste stufe sono piuttosto economiche e possono essere a legna o carbone (ormai usabili solo in campagna da chi dispone di sufficienti depositi), o molto più comunemente a cherosene (che si acquista in bidoni di plastica che si possono tenere facilmente su un balcone o in una cantina), a gas metano (dove c’è) o a gas liquido.
Le stufe elettriche, solo però come complemento di un riscaldamento centrale perché il costo dell’elettricità renderebbe proibitivo un riscaldamento basato esclusivamente su resistenze elettriche.
Il sistema più economico è quello del riscaldamento a gas liquido, per il quale si deve disporre di uno scarico esterno.
Non sono in genere una attrezzatura domestica, ma piuttosto impianti per ospedali, mattatoi, industrie produttrici di grandi masse di rifiuti.
Esiste però per case di campagna isolate, non raggiunte da un servizio comunale di nettezza urbana, il problema di disfarsi dei rifiuti domestici.
Questi rifiuti in polvere vanno poi accuratamente sepolti e coperti di terra in una fossa appositamente scavata.
Per questi usi le stesse ditte che forniscono inceneritori alle città, costruiscono inceneritori di limitata capienza, alti circa un metro e pesanti da 200 a 300 kg, capaci di ridurre in cenere, nel giro di poche ore, 15 kg di rifiuti.
Possono essere a caricamento frontale oppure dall’alto e servono come contenitore di rifiuti fino a che si raggiunge il carico.
Funzionano generalmente a gas ma possono essere anche a combustione autonoma, e quindi sistemati all’aperto.
In questo caso è meglio assicurarsi che dispongano di una camera di postcombustione per la deodorazione dei fumi.
Un guasto in pieno inverno, la sospensione del riscaldamento quando il caldo non è ancora arrivato o un ritardo dell’accensione sono inconvenienti che purtroppo si registrano spesso.
Per una casa in campagna o un appartamento al mare, la ”stufetta” si mostra utile per intiepidire l’ambiente, in quanto spesso passano numerose ore prima che esso si riscaldi, se non è in funzione un riscaldamento centrale.
In tutti questi casi la stufa di emergenza risulta essenziale soprattutto se in casa ci sono bambini o vecchi.
Unico appunto che si può portare alla stufa elettrica è la costosità del suo impiego : uno o due chilowatt all’ora. Risulta essere quindi importante scegliere modelli a basso consumo.
Alle vecchie « serpentine » di una volta, pericolose specialmente per le case con bambini, si è aggiunto nei nuovi modelli uno schermo munito di congegno incorporata che spegne automaticamente la stufa in caso di surriscaldamento; i modelli migliori sono muniti di regolazione termostatica e hanno la possibilità di orientare il flusso del calore.
Altri tipi di stufe elettriche sono quelle a radiatori con circolazione di olio.
Il loro aspetto è quello di un calorifero munito di rotelle: quando vengono accesi, la carica di olio si riscalda accumulando calore che cede poi all’ambiente.
Un sistema di regolamentazione automatica fa sì che il consumo di corrente sia piuttosto ridotto (quando l’olio è caldo, il radiatore di spegne, per riaccendersi quando il calore è sceso sotto una certa temperatura).
Le stufe più apprezzate sono i termoventilatori.
Hanno ventola incorporata che diffonde l’aria calda in tutto l’amibiente, evitando quindi quel fastidioso e spesso dannoso circoscriversi della zona riscaldata.
Il termoventilatore risulta inoltre utile per fare asciugare in fretta la biancheria, orientandolo nella direzione voluta.
In commercio esistono termoventilatori con termostato e orologio per l’accensione automatica.
Oggi esistono anche dei radiatori al quarzo, utili pure per i benefici influssi sul corpo umano.
Hanno una forma allungata orizzontale o verticale e sono provvisti di una griglia di protezione.
Esistono dei modelli applicabili alle pareti; la loro lunghezza va dai 45 ai 70 cm.
Chi non desidera aumentare il consumo di energia elettrica, può usare stufe che funzionano a gas in bombole, a cherosene oppure a gasolio.
Esse hanno bisogno di un autonomo impianto di scarico e di presa d’aria e richiedono una attenta revisione perché siano perfettamente sicure.
Risulta essere importante notare che tutte queste stufe di emergenza non si devono tenere costantemente in funzione senza provvedere al ricambio dell’aria; esse infatti la impoveriscono di ossigeno provocando sonnolenza o mal di testa.