La specie appartiene all’ordine Anguilliformi, alla famiglia Congridae, genere Conger. Il corpo allungato e serpentiforme, a sezione quasi circolare (tranne verso la zona caudale ove diviene più compresso lateralmente), porta l’animale (particolarmente i giovani) ad essere talvolta confuso con l’Anguilla. Probabilmente alla confusione contribuisce l’assenza di scaglie ed il fatto che il corpo è coperto da un muco viscido. La bocca, con la mascella leggermente prominente, è ampia, incisa profondamente e munita di un numero di denti in rapporto all’età; evidenti due narici tubuliformi sul muso.
L’occhio è abbastanza grande e circolare. La fessura branchiale è posta quasi ventralmente. Lungo la linea laterale evidenti piccoli pori, di colore chiaro, che sono formazioni sensoriali. L’ estesa pinna dorsale si congiunge all’anale; quest’ultima è breve e qui alcuni raggi costituiscono un abbozzo di pinna caudale; le pinne pettorali sono modeste. Il colore del bordo delle pinne dorsale-anale è nero. Il colore del corpo varia dal grigio cenere al nerastro; inferiormente è più chiaro, di un bianco sporco (fino a qualche tempo fa si pensava a due specie diverse in funzione della livrea).
I grandi esemplari possono pesare 70 Kg per una lunghezza di 2,50 mt.. Questo animale, predatore vorace, vive sia in prossimità della costa a bassa profondità che lontano a profondità di rilievo. È agile e buon nuotatore: può catturare anche Sgombri e Sugarelli. Abitualmente caccia di notte e rimane intanato di giorno.
La specie è comune nei nostri mari, prevalentemente nelle aree con fondali rocciosi. E’ pescato con nasse “innescate” di Sardine o Alacce . Altro attrezzo tradizionale è il palamito di profondità. E’ dotato di notevole forza e resistenza ed oppone una caotica difesa quando catturato anche con il fucile subacqueo. I nomi dialettali variano dal Grueng barese, al Salixi cagliaritano, al Rungu catanzarese e messinese, al Ruongo napoletano, al Brunco genovese, al Tiagallu spezino, al Vrongo veneziano.